Cosa avrà mai di eccezionale questa porta? Potreste chiedervi. E in realtà me lo chiedo anch'io.
Devo averla oltrepassata decine di volte negli ultimi otto mesi, ma solo ieri mi ha suggerito inaspettatamente qualcosa. In verità questa porta non ha praticamente nulla di eccezionale, ma ieri mattina, mentre eravamo in attesa della dottoressa che segue la sana e lievitante crescita del pancione di mia moglie -e di chi in esso ha ormai stabile dimora (ancora per poco)-, avendo proprio la prospettiva visibile in foto, ho notato che quel battente risultava più piccolo della larghezza della porta.
E, senza alzarmi per andare a vedere e a controllare di persona, ho notato che c'erano almeno tre segni evidenti che rivelano una porta a doppio battente. Uno è rappresentato dall'ampiezza del battente visibile, che misura quasi tre mattonelle, mentre lo spazio totale in larghezza è di almeno quattro. Il secondo, dal segno visibile in basso a sinistra, creatosi a terra per la probabile esistenza di un battente più piccolo. Il terzo, è quel pezzetto di plastica nera, in alto a sinistra, nel quale certamente va ad inserirsi il piolo di fermo.
Diagnosi? Si tratta di una porta a due battenti.
Con questo cosa voglio dire? No, non sono un esperto di porte ospedaliere - nonostante ne abbia viste parecchie nella mia carriera infortunistica-, ma ho trovato che "questa prospettiva" sopra descritta, potesse corrispondere a un atteggiamento che ciascuno di noi può assumere almeno una volta nella vita.
Non di rado - almeno a me è capitato, e continuare a capitare alquanto spesso- siamo disattenti ai "segni" che si susseguono senza sosta lungo le nostre giornate.
Segni che, innanzitutto, ci suggeriscono la presenza e la vicinanza amorevole di un Padre, che ci ha concepiti, creati e mai più lasciati soli.
Segni che, susseguendosi con ritmo incessante, ci indicano la direzione della nostra esistenza.
Segni che, seppure ignorati - come fino a ieri ho fatto io con quelli della porta- comunque ci sono. Comunque sono lì. Comunque si sono verificati nel nostro tempo.
E accorgencene è il primo passo per renderci conto delle due cose che dicevo appena sopra.
Che abbiamo un Padre, e che ci è accanto con amore. E lo fa con tatntissimi piccoli segni, che ai nostri occhi possono sembrare cose banali, di ordinaria esistenza, potremmo dire, ma che messi in fila uno dietro l'altro, possono rivelarci il senso della Sua e della nostra presenza in questo mondo.
Con queste povere parole cerco solo di esprimere una verità che tutti abbiamo già dentro, e che attende solo la nostra scelta di apertura a un incontro, per emergere interamente.
In questo consiste tale verità: che non tutto cio' che esiste è immediatamente visibile.
Il battente piccolo io non sono andato neppure a vederlo, una volta alzatomi. Perché quei segni parlavano chiaro.
A volte accade che siamo tentati di guardare in un'altra direzione rispetto ai segni. O che accorgendoci della loro presenza, fingiamo di non vederli. Perché forse ci chiedono più attenzione di quella che siamo disposti a dare, o il coraggio del cambiamento, seppure a poco a poco. Oppure ancora, li neghiamo, pur avendoli lì davanti agli occhi e al cuore.
Be', questo è solo un pensiero che una porta d'ospedale qualunque mi ha suggerito, ma credo che possa far bene a ciascuno di noi fermarci un attimo e sostare qualche momento davanti ai "nostri" segni quotidiani.
Nicola
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