Un pranzo del primo Gennaio come tanti altri.
Una mandorla come nessuna... o comunque diversa da tante altre.
Il primo pensiero inespresso ed entusiasta è stato: Uauh, due mandorle in un colpo solo! E vai!
Poi subito mi ha attratto la singolare posizione in cui le mandorle giacevano, e ha cominciato a prendermi un senso di tenerezza e stupore.
Fissandovi ormai attentamente lo sguardo, non ho potuto fare a meno di notare che, pur sembrando dapprima un "corpo" solo, in realtà i lineamenti che definivano ciascuna mandorla erano ben visibili, e permettevano di distinguerle perfettamente.
Eppure erano unite in modo così perfetto, da sembrare una cosa sola.
Congiunta in una sorta di abbraccio, tra l'altro.
Inoltre, nonostante lo schiaccianoci non si possa reputare un utensile propriamente "delicato", in questo caso ha risparmiato quasi del tutto il guscio, permettendomi di vederne chiaramente in ciascun lato la metà di un cuore, come appare in modo evidente nella foto scattata (ad arte, permettetemi di aggiungere ^_^)
Attacco irrefrenabile di romanticismo? Gli effetti del mezzo bicchiere di spumante bevuto la sera precedente? Visioni dovute al contrasto dei troppi e vari alimenti ingurgitati?
No. Osservazione di una realtà umana, figurata in una "natura morta" che tanto morta poi non era, visto la quantità di cose che è stata in grado di suggerirmi.
E se quelle due mandorle fossero due persone?
E se quel "corpo solo", di cui allo stesso tempo son ben distinguibili le due parti che lo compongono, si fossero accostate nella mia mente a una coppia umana?
E se quel guscio che le ha custodite, fatte crescere e protette, rivelandosi ai miei occhi come quel cuore che simboleggia amore, lo avessi accostato a Dio?
Cosa potrei trarre da tutto questo?
Ne traggo ciò che già mi porto dentro, e che una mandorla aperta il primo giorno di Gennaio ha fatto emergere.
Cioè, che è molto bella e suscita tenerezza la visione del legame stretto di una coppia. Legame che può esprimersi col corpo -come l'abbraccio che suggerivo- ma anche con la capacità dei due di confrontarsi rispettosamente e giungere a "una" decisione comune, di qualunque genere essa sia -educativo, abitativo, scolastico, lavorativo, e chi più ne ha più ne metta-, o ancora con l'imparare a rivolgere lo sguardo nella stessa direzione.
Tante altre sono le dinamiche che vedono due persone impegnate nella ricerca di una unità che porta frutto, ma in cui purtroppo quì non posso dilungarmi.
Ed è altrettanto bello scoprire che l'individualità di ciascuno, inevitabilmente esistente e dunque visibile, possa non essere vista come una minaccia, ma piuttosto essere accolta come ricchezza, formante quella luminosa e illuminante unicità di cui sopra.
Infine è per me indispensabile rendermi conto che quel Guscio d'amore che ci custodisce e avvolge, è indispensabile per la nostra vita, cioè affinchè in noi sussista la vita e continui a essere tale.
Non è facile essere queste due mandorle, e nessuno ha mai detto che lo sia.
Ma dopo essere giunto a queste considerazioni, ho alzato lo sguardo sopra la mia piccola scrivania posta in un angolo di casa, e ho notato un'incredibile somoglianza, nella posizione e nei "contenuti", tra ciò che era raffigurato in quel dipinto appeso al muro e le ormai famose mandorle; e mi son detto:
dev'essere un'avventura molto esigente, ma queste "mandorle" ce l'hanno fatta con gran successo, e il merito è soprattutto - se non tutto- di quel Guscio che hanno tra le braccia, fattosi uomo in un immenso atto d'amore per noi.
Ecco ciò che io ora vedo:
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