Solo la verità ci rende veramente liberi!

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giovedì 10 ottobre 2013

Sono incinta, e ora? Scrivo al Papa...

A volte i pensieri, i ricordi , le emozioni, affiorano alla memoria del cuore e della mente senza alcuna ragione evidente. Ed è proprio quello che mi è capitato oggi, e vorrei condividerlo con ogni eventuale lettore di queste righe.

Ripensavo a un articolo letto diversi giorni fa, che raccontava di una ragazza di 35 anni, Anna - la cui storia è forse già nota ai più, poiché ha già fatto il giro del mondo - la quale, dopo essersi trasferita da Roma ad Arezzo, scopre di essere incinta.
Il padre del bebè non vuole saperne nulla, poiché è già sposato e ha un figlio, e comincia a fare pressioni su di lei affinché interrompa la gravidanza indesiderata.
Così il pensiero dell'aborto si insinua in Anna, la quale però, nel suo dibattimento interiore è raggiunta da un'intuizione: decide di scrivere una lettera a Papa Francesco, senza neppure ben sapere come indirizzarla.
"Santo Padre Papa Francesco, Città del  Vaticano, Roma", questo il semplice indirizzo sulla busta.
Pochi giorni dopo il telefono squilla, e sul display appare un numero sconosciuto con il prefisso di Roma.
"Pronto Anna, sono papa Francesco. Ho letto la tua lettera. Noi cristiani non dobbiamo farci togliere la speranza, un bambino è un dono di Dio, un segno della Provvidenza".
"Le sue parole mi hanno riempito il cuore di gioia", racconta Anna. "Mi ha detto che ero stata molto coraggiosa e forte per il mio bambino".
In questa stessa telefonata Anna spiega al pontefice che vorrebbe far battezzare quel figlio in arrivo, ma teme che non sia possibile perché divorziata.
"Sono convinto che non avrai problemi a trovare un padre spirituale, e poi - ha aggiunto - in caso contrario, sappi che ci sono sempre io".



E' una storia che mi è rimasta dentro per almeno due motivi:

vedere applicate a un atto concreto le parole di Papa Francesco, che proprio nelle ultime settimane ha ribadito il suo desiderio di una chiesa vicina alle persone, capace di curarne le ferite, facendosi realmente e concretamente prossima ad esse.

E inoltre, ancor di più, perché ho trovato questa testimonianza molto significativa.
Non solo perché è stato lo stesso pontefice a donare parole di incoraggiamento a questa ragazza, ma perché il suo atteggiamento è di esempio per ciascuno di noi, e mette in luce la necessità di essere portatori di speranza, portatori di luce, portatori di forza. In poche parole, portatori di Dio stesso.
E l'effetto di questo è ora sotto gli occhi di tutti noi: è una scelta di vita per la vita.

Poiché per quanto possa sembrarci difficile prendere talune decisioni, e per quanto ciò e chi ci circonda ci spinga nella direzione opposta alla vita, il nostro atteggiamento e le nostre decisioni di cristiani devono cercare proprio quella gioia che ha riempito il cuore di Anna.
Perché quando facciamo delle scelte contro la vita il nostro cuore è triste, e questo non è bello.

Anna ha ricevuto la grazia di essere spronata al bene da una persona come papa Francesco, ma questo deve insegnare anche a ciascuno di noi ad uscire per cercare il consiglio di chi pensiamo possa aiutarci.
Non credo sia un caso che Anna si sia rivolta al nostro pontefice. Lo ha fatto perché in cuor suo sapeva già che papa Francesco l'avrebbe incoraggiata a portare avanti la sua gravidanza.

Ebbene il primo campanello che ci annuncia la via della verità risiede proprio in noi stessi, e dobbiamo guardarci bene dentro, prima di prendere scelte troppo affrettate e, ahimè, poi troppo dolorose. Così da seguire quella voce che ci spinge a cercare consiglio dove sappiamo essercene sempre uno buono. Presso chi ha sapienza di cuore, primariamente, più che di mente.

Nelle stesso articolo viene poi indicato il grande supporto che i Centri di aiuto alla vita offrono a quanti si trovano nella stessa condizione di Anna e di tante altre ragazze, che attraverso proprio l'aiuto concreto e pratico di molte persone, riescono a vincere per la vita.

A quanti, dunque, in vario modo e tempo giungeranno a questo articolo, desidero poter dire: coraggio! Non siamo mai veramente soli nelle vita! Ed è questa una verità da difendere e diffondere.

 
Nicola Salvi
 
Fonte: Rivista settimanale "Credere"
Anno I n° 24 15 settembre 2013

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